Le palpitazioni (cardiopalmo) sono definibili come anomala percezione del battito cardiaco che il paziente avverte come accelerato, irregolare o particolarmente intenso.

Cuore 3
Il cardiopalmo è un sintomo di frequente riscontro nella popolazione generale, in particolare nei pazienti ipertesi o con cardiopatia strutturale. Questo sintomo costituisce il motivo del 16% delle visite presso i medici di medicina generale e la seconda causa di valutazione specialistica cardiologica, dopo il dolore toracico.
Le evidenze cliniche mostrano che una buona parte dei soggetti con cardiopalmo presenta un ritmo sinusale normale o anomalie minori del ritmo, come ad esempio extrasistoli sopraventricolari o sporadica extrasistolia ventricolare. Non di rado però è causato da aritmie clinicamente significative, quali fibrillazione/flutter atriale o tachicardie parossistiche sopraventricolari o ventricolari.
Le caratteristiche più comuni permettono di catalogare le palpitazioni nei seguenti gruppi principali: palpitazioni di tipo extrasistolico, palpitazioni di tipo tachicardico.

Le palpitazioni di tipo extrasistolico danno in genere una sensazione di “perdita del battito” e/o di “tonfo al cuore”, intervallata a periodi durante i quali il cuore batte normalmente; i pazienti riferiscono che il cuore sembra fermarsi e poi ripartire, determinando una fastidiosa sensazione di colpo sul torace. Questo tipo di palpitazione è legato alla presenza di battiti extrasistolici atriali o ventricolari, è di frequente riscontro anche nei giovani spesso in assenza di cardiopatia ed ha prognosi generalmente benigna.

Nelle palpitazioni di tipo tachicardico la sensazione descritta dal paziente è quella di una rapida fluttuazione a “battito d’ali” nel torace; il paziente avverte un battito cardiaco in genere molto accelerato, che può essere regolare o ritmico oppure irregolare o aritmico, come nella fibrillazione atriale. Esse sono legate a disturbi del ritmo, quali tachiaritmie sopraventricolari o ventricolari e in genere hanno inizio e fine improvvisi, oppure ad episodi di tachicardia sinusale di varia origine.

Le palpitazioni possono peraltro essere secondarie ad un disturbo d’ansia. In questo caso l’incremento della frequenza cardiaca non è legatao ad un disturbo del ritmo ma piuttosto all’ipertono adrenergico connesso allo stato psicologico. Di solito l’inizio della palpitazione viene riferito come improvviso (così come improvvisamente si verifica l’insorgenza dello stato d’ansia o dell’attacco di panico) mentre la cessazione del cardiopalmo è solitamente graduale. Spesso il paziente descrive numerosi altri sintomi aspecifici associati, quali formicolii alle mani ed alla faccia, nodo alla gola, stordimento, agitazione, dolori toracici atipici, respiro sospiroso.

Le palpitazioni costituiscono un sintomo molto frequente nella popolazione generale, ed in particolare nei pazienti con cardiopatia strutturale. La definizione eziologica del cardiopalmo risulta spesso difficoltosa e richiede un’adeguata valutazione clinica e anamnestica che molto spesso è già di per sé in grado di orientare il medico verso un ventaglio più ristretto di ipotesi eziologiche. La corretta definizione dell’eziologia delle palpitazioni e l’identificazione di eventuali cardiopatie sottostanti sono essenziali per individuare quel sottogruppo di pazienti in cui le palpitazioni possono essere dovute ad aritmie severe a prognosi potenzialmente infausta, al fine di implementare le corrette strategie terapeutiche.

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