La sincope (dal greco “syn” che significa “con” e dal verbo “koptein” che significa “tagliare” o più precisamente in questo caso “interrompere”) è definita clinicamente da una transitoria perdita di coscienza. La sincope inizia in modo relativamente rapido, il recupero successivo è spontaneo, completo e generalmente immediato.

 

sincope svenimento

Il meccanismo fisiopatologico sottostante l’episodio sincopale è un’ipoperfusione cerebrale globale transitoria. In alcune forme vi può essere una fase prodromica durante la quale vari sintomi (scotomi, nausea, sudorazione, debolezza, turbe della visione) offrono un avvertimento dell’incombente perdita di coscienza, ma spesso la sincope si manifesta senza alcun prodromo. La fase di recupero dalla sincope è generalmente accompagnata dalla quasi immediata ripresa di un comportamento e un orientamento adeguati. Sebbene ritenuta non comune, un’amnesia retrograda può essere più frequente di quanto si ritenesse in passato, soprattutto negli individui più anziani. Qualche volta la fase di recupero è caratterizzata da astenia. Una stima accurata della durata della sincope è ottenibile di rado. Comunque gli episodi tipici sono brevi. Negli episodi vasovagali tipici la completa perdita della coscienza in genere non dura più di 20 secondi. Tuttavia, raramente la sincope può avere una durata maggiore e durare fino ad alcuni minuti. In tali casi, la diagnosi differenziale fra sincope e altre cause di perdita di coscienza può risultare difficoltosa.

La presincope o lipotimia è la condizione nella quale il paziente avverte l’incombenza di una perdita di coscienza. I sintomi associati alla presincope possono essere relativamente poco specifici, come ad esempio le vertigini, e tendono a sovrapporsi a quelli della fase prodromica della sincope descritti precedentemente

La sincope deve essere differenziata da altre condizioni “non sincopali” in grado di causare una vera perdita di coscienza transitoria oppure una condizione che la simula

La seguente classificazione è basata sul meccanismo fisiopatologico:

• “Sindrome sincopale riflessa neuromediata”: è causata da un riflesso che, quando innescato, dà luogo a vasodilatazione e a bradicardia, sebbene il contributo rispettivo di queste due variabili all’ipotensione sistemica e all’ipoperfusione cerebrale possa essere molto variabile. Le sincopi neuromediate sono frequenti nella popolazione generale e sono da considerarsi generalmente benigne.

• “Sincope ortostatica”: si verifica quando il sistema nervoso autonomo è incapace di attivare meccanismi vasocostrittori efficienti da cui deriva ipotensione ortostatica; L’“ipovolemia” è un’altra importante causa di ipotensione ortostatica e di sincope.

• “Aritmie cardiache”: possono causare un calo di gettata cardiaca, che usualmente si verifica indipendentemente dalle necessità circolatorie.

• “Cardiopatia strutturale”: può causare sincope quando il fabbisogno circolatorio supera la compromessa capacità del cuore di incrementare la gettata.

• “Sindromi da furto”: possono causare sincope quando uno stesso vaso sanguigno deve rifornire sia il cervello sia un arto.

Gli episodi sincopali sono frequenti nella popolazione generale e la maggioranza di essi sono “benigni”.

Nel periodo estivo le sincopi riflesse sono più frequenti a causa dell’aumento della temperatura ambientale che sottopone l’organismo a perdita di liquidi.  Soprattutto nella popolazione anziana è importante evitare le ore più calde del giorno e mantenere una adeguata idratazione.

La valutazione clinica di base è  necessaria soprattutto in pazienti con fattori di rischio cardiovascolare,  storia nota di aritmie, pazienti in terapia farmacologica per le stesse o per ipertensione arteriosa, pazienti con storia nota di cardiopatia ischemica o cardiomiopatia.